Ultima modifica: 1 marzo 2019
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1 marzo 2019 – M’illumino di meno

M’illumino di Meno del 2019 è dedicata all’economia circolare. L’imperativo è riutilizzare i materiali, ridurre gli sprechi, allontanare “il fine vita” delle cose.

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M’illumino di Meno è la giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, ideata nel 2005 da Caterpillar e Rai Radio2 per chiedere ai propri ascoltatori di spegnere tutte le luci che non sono indispensabili. Un’iniziativa simbolica e concreta che fa del bene al pianeta e ai suoi abitanti.

M’illumino di Meno del  2019 è dedicata all’economia circolare. L’imperativo è riutilizzare i materiali, ridurre gli sprechi, allontanare “il fine vita” delle cose. Perché le risorse finiscono, ma tutto si rigenera: bottiglie dell’acqua minerale che diventano maglioni, carta dei giornali che ritorna carta dei giornali, una cornetta del telefono diventa una lampada, fanghi che diventano biogas. Dall’inizio di M’illumino di Meno, in 15 anni, il mondo è cambiato.

L’efficienza energetica è diventata un tema economico rilevante e le lampadine ad incandescenza che Caterpillar invitava a cambiare con quelle a risparmio energetico, adesso, semplicemente, non esistono più. Ma spegnere le luci e testimoniare il proprio interesse al futuro dell’umanità resta un’iniziativa concreta, non solo simbolica, e molto partecipata.

Si spengono sempre le piazze italiane, i monumenti – la Torre di Pisa, il Colosseo, l’Arena di Verona -, i palazzi simbolo d’Italia – Quirinale, Senato e Camera – e tante case dei cittadini. Si sono spenti per M’illumino di Meno la Torre Eiffel, il Foreign Office e la Ruota del Prater di Vienna. In decine di Musei si organizzano visite guidate a bassa luminosità, nelle scuole si discute di efficienza energetica, in tanti ristoranti si cena a lume di candela, in piazza si fa osservazione astronomica approfittando della riduzione dell’inquinamento luminoso.

M’illumino di Meno è diventata anche la festa degli stili di vita sostenibili, quelli che fanno stare bene senza consumare il pianeta. C’è mancato poco che diventasse legge dello Stato: due proposte, alla Camera e al Senato, hanno chiesto l’istituzione della Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili. L’economia circolare è una buona, anzi ottima, pratica sostenibile: dà alle cose una seconda opportunità, poi una terza e altre ancora. La bellezza del senza fine.

M’Illumino di Meno 2019

Ri-generare

La Terra è stanca.

Usurata, sfinita, a rischio. Ce lo dice con il clima che cambia. La Terra – ci piace pensarla come Terra Madre – è logorata dall’uomo è dalla sua economia lineare. Quella che estrae le materie prime, scava, coltiva, spreme il pianeta. Quella che trasforma le materie in oggetti, beni – cose utili e cose inutili – utilizzando molta energia; quella che ci chiede di usare le cose – un po’, tanto oppure poco – e poi di buttarle. Le cose diventano rifiuti, bisogna trovare dove metterli e cercare altre materie prime. Ci sono molte pressioni perché le cose durino poco, l’economia lineare ha fretta.

L’economia lineare consuma la Terra. Le materie prime non sono infinite, la Terra non è infinita: ha i suoi limiti e ha cominciato a farcelo capire.

La salvezza del genere umano sulla Terra passa dall’economia circolare: riutilizzare i materiali, ridurre gli sprechi, abolire “il fine vita”, mantenere, recuperare, rigenerare. Tenere il più possibile in circolo.

L’economia circolare ha cominciato come una nicchia – tutto comincia con poco – adesso sta diventando economia vera. Ci investono grandi aziende, nascono nuove occupazioni.

L’Italia è tra i leader mondiali nell’economia circolare. Nel riciclo degli imballaggi siamo i primi. Possiamo esserne orgogliosi e fare di più. “L’economia circolare deve sostituire quella lineare perché le risorse mondiali non sono infinite e sprecare non ha senso”, parole del Ministro dell’Ambiente.

L’economia circolare è quella di una seconda opportunità. E di una terza e di altre ancora. Senza fine.

L’economia circolare ha un messaggio profondo: ci dice che le cose non finiscono mai. Si rigenerano: bottiglie dell’acqua minerale che diventano maglioni, carta dei giornali che ritorna carta dei giornali, una cornetta del telefono diventa una lampada, fanghi che diventano biogas e molto altro. Tutto può diventare altro.

Ri-uso

Ri-creo Laboratori nelle scuole, inventiva per dare nuova vita agli oggetti

Ri-passo in padella

Ri-salto il risotto

Ri-metto in tavola. Una cena antispreco che svuota il frigo e finisce gli avanzi

Ri-acchiappo: in Svezia lo chiamano “plogging”, corro o cammino e intanto raccolgo i rifiuti

Ri-ciclo creativo, Ri-utilizzo, Ri-ciccio: in inglese si dice “upcycling”. Utilizzo materiali di scarto, cose da gettare, per creare nuovi oggetti con un valore maggiore del materiale originale.

Ri-pesco: organizzo uno “swap party”, una festa in cui è possibile scambiarsi capi d’abbigliamento, accessori, cose

Ri-vedo vecchi amici a una cena antispreco

Ri-penso il mio stile di vita

Ri-qualifico un quartiere. Sono il sindaco, lo posso fare

Ri-lamo il parquet invece di cambiarlo

Ri-fiuto la plastica

Ri-spetto l’ambiente e le idea degli altri. Anche se non spengono le luci per M’illumino di Meno

Ri-spengo le luci. E’ M’Illumino di Meno

(fonte: sito web https://www.raiplayradio.it )




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