Ultima modifica: 3 maggio 2016
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Recensione di “Circa” – 2AS dell’istituto Enrico Mattei

recensione di “Circa”

Teatro Arena del Sole di Bologna 28 aprile – 01 maggio 2016
a cura degli studenti
 della classe 2AS dell’istituto Enrico Mattei – San Lazzaro (BO)
coordinati dalla prof.ssa Daniela Zani
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Circa

recensione di “Circa”

Teatro Arena del Sole di Bologna 28 aprile – 01 maggio 2016
a cura degli studenti
 della classe 2AS dell’istituto Enrico Mattei – San Lazzaro (BO)
coordinati dalla prof.ssa Daniela Zani

Una scena vuota, un sipario alzato, una musica di sottofondo accolgono lo spettatore che s’immerge subito in qualcosa di minimale, ma essenziale. Poi il buio ed ecco la prima scena d’impatto forte, quasi violento, quando un artista-atleta entra e comincia a buttarsi, a cadere, a contorcersi all’inverosimile, a far “parlare” ogni parte, ogni muscolo del suo corpo.  Così, senza avvedersene, lo spettatore viene rapito in uno spettacolo travolgente di corpi in movimento che scivolano tra una scena e l’altra: i sette artisti australiani di Circa si alternano, soli, a coppie e in gruppo, in scene ricche di sorprese e differenziate da ruoli e performances. Il Circo contemporaneo così inizia a rapirci con la sua corporeità estrema, irraggiungibile, con l’esibizione di relazioni spaziali e aeree in cui i perfomers si rovesciano, si piegano, volano, cadono, invadendo tutto lo spazio scenico senza tregua. C’è un movimento continuo quasi eccessivo che stordisce lo spettatore sempre a “bocca aperta” ad ammirare, a cercare di capire come sia possibile essere così forti, agili, snodati, liquidi, leggeri, pesanti… il senso di stupore accompagna tutta l’esibizione di questi giovani performers, le cui individualità emergono pian piano durante lo svolgersi delle scene: non sono stereotipi ma differenti abilità a evidenziarsi, con l’ausilio di pochi oggetti di scena circensi: i tessuti aerei, il cerchio, l’appoggio del verticalista. I costumi sono sobri, quasi neutri, dai colori smorzati: è palese  il rovesciamento del circo tradizionale con i suoi costumi di scena sgargianti e brillanti di paillettes. Qui niente deve togliere la nostra attenzione dal linguaggio dei corpi che s’inseguono, si prendono, si lasciano senza che un muscolo ceda, tutto si deve vedere, anche gli sbagli, che poi si riprovano e si correggono con la scioltezza di chi sa imparare a trovare sempre il giusto equilibrio.
L’equilibrio della composizione scenica è notevole, soprattutto quando è miscelato con un movimento veloce; la musica che accompagna le scene è molto forte e ritmica nella prima parte per poi differenziarsi in brani melodici in inglese e in francese nella seconda parte, più dedicata a momenti-narrazioni di coppia. Spicca una scena di bodybeat dove il performer utilizza tutto il corpo  come cassa di risonanza dei suoni più vari, accompagnati da espressioni facciali clownesche…
La coreografia delle danze verticali e orizzontali che si alternano alle singole esibizioni ripropone una ciclicità in cui è facile perdersi e dove vi è piena libertà d’interpretare ciò che si vede.
 Lo spettacolo si presenta come un best of di tre spettacoli precedenti della compagnia, ma è difficile delimitarne esattamente le parti, il regista è riuscito ad amalgamare bene i differenti materiali che solo si distinguono come atmosfera. Ciò che colpisce noi spettatori, oltre all’elevatissima tecnica, è il coraggio, supportato dall’estrema fiducia: solo un impeto di accordo e solidarietà estrema possono essere alla base di tali voli e prese mozzafiato. Non ci sono stereotipi di genere: sia uomini che donne prendono, lasciano, lanciano corpi e questo ci comunica la visione ‘altra’ del circo contemporaneo; con sollievo ci siamo lasciati alle spalle le acrobate in tutù prese al volo da energumeni maschi, si respira una sorta di uguaglianza nel rischio, e spesso lo spettatore viene trascinato emotivamente dalla paura e dall’immedesimazione. Con un linguaggio corporeo estremo la coreografia di Circa ci mette di fronte alle scelte impossibili e al coraggio per affrontarle e ci comunica nettamente che senza fiducia e solidarietà non ci sarebbe spettacolo e neppure …vita.
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NOI TRA PALCO E REALTÀ: rubrica di approfondimeto

a cura degli studenti della classe 2AS dell’istituto Enrico Mattei – San Lazzaro (BO)
coordinati dalla prof.ssa Daniela Zani

Che cosa significa fare circo oggi? Che cosa ci raccontano ancora le prodezze dei circensi? E’ ancora possibile essere ammaliati dal circo? Dopo avere visto Circa non si hanno dubbi: le emozioni che ci suscita questo spettacolo sono tante e contrastanti, si esce un po’ stravolti da tutto questo vitalismo estremo, dalla passione coraggiosa così esibita, colpiti dalla generosità con cui i performers si sono spesi di fronte a noi : non siamo stati ‘intrattenuti’ ma coinvolti dalle loro incredibili capacità tecniche, in cui si mescolavano varie discipline. Con il fiato sospeso li abbiamo seguiti lanciarsi nella conquista dello spazio scenico in orizzontale, in verticale, in alto, in basso.
Siamo stati con loro mentre volavano, cadevano, si arrampicavano e il loro corpo ci parlava, c’interrogava..fino a dove può spingersi un essere corporeo? Che cosa si può arrivare a fare con il proprio corpo? I sette giovani artisti australiani sono riusciti a comunicarci, senza alcuna parola, quelle che sono le passioni che ognuno di noi dovrebbe inseguire nella propria vita: il desiderio di provarsi, di spingersi oltre, da soli o in gruppo, e di coltivare la solidarietà indispensabile alla sopravvivenza.

Ist. Enrico Mattei di San Lazzaro Bologna

Alunni della classe 2°AS:

Acanfora Anna
Ahmed Saria
Amesso Hannah
Bicego Cecilia
Bonsignore Eugenio
Calderone Anna
Campochiaro Ines
Ciarleglio Francesco
Fabbri Martina
Hagedorn Camilla
Iorio mARIA CHIARA
Landi Alice
Latino Edoardo
Mancuso Carolina
MARANGON Michela
marcacci Giulia
Margini Alice
Martone Riccardo
Mossina chiara
Neri Maritna
Pagani andrea
Pisani Valentina
Procopio Elisa
Talarico Beatrice
Zoccoletto Elisa




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